L’umidità di risalita affligge ogni tipo di edificio: consiste nell’acqua che risale capillarmente dal terreno lungo i muri, sfruttando la porosità dei materiali con cui sono stati costruiti.
A seconda della sezione del capillare varia l’altezza raggiunta dalla macchia d’umidità: più è stretta e maggiore sarà la risalita, presentando un range di altezze che vanno da pochi centimetri fino ai due metri.
Questa umidità presenta una serie di svantaggi sia per la tenuta strutturale dell’edificio, che per la sua estetica, oltre che essere una potenziale fonte di rischio rispetto alla salute degli occupanti:
- I sali contenuti nell’acqua di risalita, una volta che quest’ultima è evaporata, si cristallizzano espandendosi fino a 12 volte la loro dimensione originaria. In questo modo danneggiano la struttura interna dei muri e provocano crepe nell’intonaco, fino a farlo crollare per la pressione esercitata.
- L’umidità provoca chiazze, aloni, inestetismi sia nelle parteti interne che in quelle esterne, rendendo sgradevole l’aspetto dell’edificio per passanti, ospiti ed abitanti
- L’umidità di risalita porta anche alla formazione di muffe, che a loro volta generano spore e le disperdono nell’aria; inoltre risulta essere l’ambiente ideale per lo sviluppo di germi patogeni cui consegue la presenza ciclica di infezioni delle vie aeree.
- Un ambiente caratterizzato da mura umide è più difficile da riscaldare in inverno, causando un sensibile innalzamento dei costi di riscaldamento.